Chiesa di San Simone

La Chiesetta di San Simone sorge sulla laguna del capoluogo sardo e si affaccia sullo stagno di Santa Gilla, un'importante zona archeologica dalla storia millenaria.

L'isolotto che ospita la chiesetta, oggetto di rilievo e restituzione tridimensionale, presentava in origine una superficie di circa 160 ettari, ora ridotti a 40 a seguito della realizzazione del Porto Canale. Esso fu probabile scalo marittimo fenicio, cartaginese e poi romano, divenendo quindi sede della capitale del Giudicato di Cagliari fino al 1258, allorché fu distrutta dai Pisani.

Dell'epoca romana restano alcune cisterne, mentre testimonianza della frequenza altomedioevale è un vasto ambiente con volta a crociera sorretta da un'unica colonna centrale.

La semplice facciata della chiesa a terminale piano è caratterizzata da un bel portale strombato, sormontato da una lunetta che ospita un pregevole dipinto di San Simone benedicente la laguna ed i pescatori. Completa la facciata un piccolo campanile a vela la cui campana, originaria dell'India sud-orientale, reca una scritta in lingua tamil.

La campana originale venne portata via come ricordo dal Marchese Amat al momento della vendita dell'isola al Cav. Balletto, per essere poi versata e fusa per la Patria durante la Seconda Guerra.

La chiesetta di San Simone è databile tra il 1500 e il 1600; tuttavia l'impostazione semicilindrica dell'abside testimonia una più antica fase preromanica. Nel 1405 l'isola e la sua chiesa, di pertinenza dell'Arcivescovo di Cagliari, vennero cedute al priorato di San Saturnino in cambio di un ospizio a Santa Lucia.

La chiesa e l'antica fattoria che la circonda sono tutt'oggi di proprietà privata. In particolare la chiesa di San Simone è aperta al pubblico in occasione della festa omonima, ogni 28 ottobre. In questa occasione è tradizione per i pescatori festeggiare il proprio Santo nella storica processione dei "cius" (tipiche imbarcazioni locali) nella Laguna di Santa Gilla.